Raccolta di dignità museale – Paul de Plument e l’École Française (1903)
Archivio storico Salon de l’École Française e opere del suo Presidente: Paul de Plument de Bailhac
Descrizione generale
Raro e importante complesso documentario e artistico legato alla figura di Paul de Plument de Bailhac, pittore e fondatore del Salon de l’École Française, comprendente:
- un esteso corpus di carte e documenti d’archivio riconducibili alla nascita e all’attività del Comitato e alle esposizioni del Salon fra 1903 e 1923.
- il registro manoscritto originale degli Statuts et Règlements dell’associazione, redatto nel 1903 e depositato alla Prefettura di Polizia di Parigi;
- una serie di disegni a matita firmati Paul de Plument e realizzati su carte e inviti ufficiali dei vari Salon de l’École Française promossi nel corso della sua esistenza e probabilmente realizzati da Paul de Plument durante la sua presenza istituzionale nel corso delle mostre;
- (Incorniciato) un dipinto a olio su tela firmato Paul de Plument, raffigurante una marina luminosa;
- (Incorniciato) un grande disegno a matita firmato Paul de Plument, raffigurante uno studio di nudo femminile;
- (Incorniciato) un grande disegno a matita firmato Paul de Plument, raffigurante uno studio di antico vaso con timbro “École nationale supérieure des arts décoratifs”;
L’insieme costituisce una testimonianza unica e completa della fondazione, della vita e della poetica artistica del movimento dell’École Française, espressione dell’orgoglio nazionale e del desiderio di tutela dell’arte francese nei primi anni del XX secolo.
Documentazione amministrativa e carte del Salon de l’École Française (1903-1923)
L’archivio comprende un nucleo omogeneo di documenti amministrativi, corrispondenze ufficiali e moduli tipografici che consentono di seguire passo passo l’attività dell’associazione e del suo presidente fondatore, Paul de Plument.
La sequenza documentaria si estende per oltre vent’anni, dalle prime carte del 1903 alle ricevute di aggiornamento statutario del 1923, delineando la continuità di un’organizzazione artistica regolarmente riconosciuta dalle autorità francesi.
Tra i documenti più significativi:
- Récépissé di dichiarazione di costituzione dell’associazione “L’École Française”, rilasciato dalla Préfecture de Police de Paris il 20 febbraio 1903 (legge del 1° luglio 1901, art. 5), intestato a Paul de Plument, residente in rue Bois-le-Vent, Parigi XVIe;
- Ricevute di deposito e aggiornamento datate 1905 e 1923, che testimoniano le modifiche dello statuto e la composizione aggiornata del Conseil d’administration;
- Lettere ufficiali della Préfecture de Police (1923) che richiamano l’obbligo di comunicare ogni variazione statutaria, indirizzate direttamente al presidente Plument al nuovo recapito di 85 bis, rue du Ranelagh;
- Circolari del Comité de l’École Française (1903-1906) a stampa e manoscritte, firmate “Paul de Plument, Président Fondateur” e “Louis Froment, Secrétaire général”, con inviti agli artisti a partecipare alle prime esposizioni nelle Serres du Cours-la-Reine;
- Moduli d’iscrizione prestampati per la Première Exposition du Salon de l’École Française (1904), con intestazione tipografica e spazi per nome, sezione, numero delle opere, dimensioni e prezzo;
- Certificati di deposito delle opere (moduli “Salon de 190_”), con la firma autografa del Presidente e dicitura “Président Fondateur: Paul de Plument”;
- Inviti personali al Vernissage, su cartoncino, con stampa tipografica e interventi autografi a matita o pastello dello stesso Plument, spesso sotto forma di piccoli schizzi o bozzetti originali vari, figure o scene di genere;
- Lettere manoscritte del Conseil Municipal de Paris, indirizzate “Mon cher Président et ami”, con raccomandazioni di artisti per l’ammissione alle esposizioni;
- Moduli pubblicitari (“Bon à insérer dans le catalogue officiel”) relativi alla raccolta di inserzioni per il catalogo del Salon, testimonianza della struttura organizzata e della capacità di autofinanziamento dell’associazione.
Queste carte, nell’insieme, delineano la rete istituzionale e culturale del Salon de l’École Française:
un’associazione fondata da artisti per artisti, sostenuta dal Consiglio municipale di Parigi e soggetta al controllo amministrativo della Prefettura, in perfetta coerenza con la legislazione della Terza Repubblica.
Il tono orgogliosamente “nazionale” delle circolari — in cui si afferma che l’esposizione è “exclusivement réservée aux artistes de nationalité française” — riflette il clima di protezionismo estetico tipico della Francia tra 1900 e 1910, in risposta all’invasione di artisti stranieri che popolavano i Salons parigini.
Contesto storico e nascita del Salon
Nel clima di intensa competizione internazionale che caratterizzò la scena artistica parigina del primo Novecento — segnata dall’arrivo massiccio di artisti stranieri e dalla progressiva internazionalizzazione dei Salons — nacque l’esigenza di riaffermare un’identità artistica “francese”, basata sulla tradizione accademica e sulla continuità con l’arte classica.
È in questo contesto che, nel febbraio del 1903, Paul de Plument de Bailhac, insieme a Eugène Billard e Henry Hamel, fondò ufficialmente il Comité de l’École Française, registrandone lo statuto presso la Préfecture de Police de Paris (dépôt du 20 février 1903, déclaration parue à l’Officiel le 26 février 1903, n°150446).
Il Salon de l’École Française si proponeva di sostenere e promuovere gli artisti nazionali, favorendo l’esposizione, la pubblicazione e la diffusione delle opere realizzate “sous toutes ses formes – peinture, sculpture, gravure, architecture, arts décoratifs et musique”.
Accanto alla funzione espositiva, il Salon aveva anche uno scopo dichiaratamente culturale e pedagogico: “faire connaître en France et à l’étranger la valeur de l’art français”.
Il registro manoscritto (Statuts et Règlements, 1903)
Il registro, composto da oltre venti pagine in elegante grafia su carta vergata a righe rosse e blu, reca la calligrafia elegante e regolare di un segretario di comitato e costituisce un documento fondativo di grande valore storico.
Contiene integralmente:
- lo Statuto dell’École Française, con la definizione delle cariche, delle modalità d’ammissione e di voto, delle riunioni e delle risorse economiche;
- il Règlement intérieur, con norme disciplinari e disposizioni pratiche per le esposizioni, i congressi e le riunioni del Comitato;
- un articolo addizionale recante disposizioni specifiche per l’organizzazione del Salon de l’École Française;
- la pagina di registrazione alla Prefettura di Polizia, con data e numero ufficiale.
Alla fine del volume figurano le firme autografe dei membri del Comité, tra cui Paul de Plument, Billard, Hamel, e numerosi artisti, pittori e scultori francesi attivi nella Parigi del tempo (tra cui Gabriel Hébert, Léopold Delbeké, Em. Samson, Alexis Vollory, Jules Desgoffe, Victor Prouvé, ecc.).
L’insieme documenta l’adesione di un ampio gruppo di artisti accademici che, pur confrontandosi con le correnti moderne, riaffermavano un’idea di arte fondata su disciplina, tecnica e tradizione.
Paul de Plument de Bailhac
Dai documenti e dal dépliant biografico allegato (“Paul de Plument 1864-1951”), emerge la figura di un pittore e pastellista riconosciuto, attivo tra fine Ottocento e prima metà del Novecento, con carriera espositiva stabile nei Salons parigini.
- Nascita e formazione
Nato nel 1864 come Paul de Plument de Bailhac (il testo parla di “Paul de Plument de Bailhac”, famiglia di origine charentaise).
Cresciuto in un ambiente borghese/colto, con memoria familiare segnata dalla guerra franco-prussiana del 1870 e dall’incendio delle Tuileries.
Formazione accademica: studia disegno e pittura all’École des Beaux-Arts, dove assimila pienamente la grammatica accademica (prospettiva, anatomia, composizione, punti di fuga, citata esplicitamente nel dépliant).
È presentato come artista serio, disciplinato, mai “strillato”, lontano dalle avanguardie aggressive, inserito invece nella grande tradizione figurativa francese (quella che altri avrebbero liquidato come “pompière” o “trop académique”, ma in cui lui crede fino in fondo). - Opera
Lavorò in olio, tempera, disegno e soprattutto pastello.
Temi ricorrenti: nudi femminili, scene d’interno domestico e rurale, figure “di genere”, maternità, interni contadini, nature morte, paesaggi rurali e marini.
La biografia sottolinea un lungo soggiorno in Alta Alvernia (Auvergne), nella valle del Sancy, dove lui e la moglie si stabiliscono dal 1913 in una casa rustica. Lì sviluppa una pittura etnografica e intimista: cucine annerite dal fumo, camini a cremagliera, lavandaie, contadini, animali da cortile, scene di veglia, mercati del bestiame, ecc.
Viene rimarcata la componente “documentaria” di questi interni rurali: le sue tele e i suoi fogli sono descritti come testimonianze precise delle abitudini domestiche, degli utensili, dei rituali quotidiani del mondo contadino di montagna, quasi etno-antropologiche.
Allo stesso tempo dipinge nudi femminili dal taglio sensuale ma raccolto (“lumières intimes”), con attenzione alla luce calda degli interni e alla psicologia silenziosa delle modelle. - Carriera pubblica
Espone regolarmente ai grandi Salons parigini fin da fine Ottocento: Salon des Artistes Français, Salon d’Hiver, Salon du Cercle Volney, ecc.
Nel dépliant compare come autore della “Baigneuse Kabyle” presentata al Salon d’Hiver del 1909 (opera riprodotta in copertina). Il fatto che venga scelta come immagine di rappresentanza significa che era considerata una tela di punta.
Continua a esporre almeno fino al 1950, quindi praticamente fino alla fine della vita (muore il 6 luglio 1951, a Parigi, dopo lunga malattia). - Ruolo istituzionale
Non è solo pittore: è organizzatore. Il materiale d’archivio e le circolari confermano che Paul de Plument è fondatore e presidente del “Comité de l’École Française”, poi noto anche come “Salon de l’École Française”.
È definito nei moduli “Président Fondateur”. Questo è fondamentale dal punto di vista storico-documentario e commerciale: lega direttamente il suo nome non solo a un’opera pittorica, ma alla creazione di un Salon con una propria identità estetica e con un riconoscimento istituzionale. In sintesi, Paul de Plument è un artista perfettamente “accademico Terza Repubblica”: figura ponte tra pittura di genere, nudo colto ma borghese, e pittura documentaria rurale, che nel suo caso si intreccia con un’attività organizzativa di primo piano.
I disegni incorniciati di Paul de Plument
Due grandi disegni a matita su carta (raffiguranti una figura femminile nuda e un vaso classico con figure di Nike), entrambi firmati Paul de Plument, il disegno del vaso reca in alto a sinistra il timbro rosso ovale dell’École nationale des arts décoratifs, 21 mai ??”), si tratta di opera realizzata dal pittore in età giovanile nel corso della sua formazione accademica.
La qualità del tratto e l’attenzione volumetrica testimoniano la formazione accademica di Plument, attento al chiaroscuro e alla plasticità del corpo umano.
La presenza del timbro ufficiale conferma l’autenticità e la provenienza diretta dall’ambito del Comitato fondatore.
Il dipinto a olio di Paul de Plument
Olio su tela, firmato in basso a sinistra Paul de Plument, raffigurante una marina rocciosa con veduta costiera.
La pittura, dal tocco denso e pastoso, è giocata su toni verdi e bruni con cieli chiari e ampie campiture luminose.
L’opera si inserisce nel gusto naturalista e accademico francese di inizio Novecento, richiamando la tradizione paesaggistica bretone e normanna.
La pennellata, ampia ma controllata, rivela la stessa mano disciplinata che emerge nei disegni accademici, suggerendo un artista formatosi tra l’École des Beaux-Arts e l’ambiente dei Salons ufficiali.
Significato storico-artistico e valore culturale
L’intero complesso — statuto originale, firme autografe, disegni e dipinto — costituisce una fonte diretta di straordinario interesse storico per lo studio dell’arte francese post-accademica.
L’École Française, benché oggi poco nota, rappresentò una delle ultime manifestazioni del protezionismo artistico nazionale, nato in reazione alla crescente internazionalizzazione del mercato e dei Salons parigini (Salon des Indépendants, Salon d’Automne, Société Nationale des Beaux-Arts).
Paul de Plument, al tempo presidente e ideologo del movimento, incarnò il tentativo di riconciliare l’eredità classica con l’apertura al moderno, ponendo le basi per una transizione culturale che preannuncia la crisi dell’accademismo tradizionale.
Provenienza e conservazione
Complesso documentario e artistico proveniente da raccolta antiquaria, comprendente il registro originale del Salon de l’École Française e opere autografe di Paul de Plument.
Ottimo stato di conservazione generale: scritture nitide, timbri e firme perfettamente leggibili, supporti cartacei e pittorici ben preservati.
Vendita per trattativa riservata, suite completa immagini su richiesta.


















































