Tito Livio – Latinae Historiae Principis Decas prima et tertia. Lione, Sebastiano Gryphe, 1554
Dati bibliografici completi:
TITO LIVIO. Latinae Historiae Principis Decas prima e Decas tertia.
Lugduni, apud Seb. Gryphium, 1554.
Due frontespizi distinti, ciascuno con marca tipografica (grifo su piedistallo con globo e motto “Virtute duce, comite fortuna”), la marca tipografica si ripete alla fine di ciascuna delle 2 decadi.
Descrizione fisica:
Un volume in 16° (cm 16,5 × 11); carte: [16], 648, (n.n. 44); ; 625, (n.n. 27). Eliminata per censura la dedicatoria posta all’inizio del primo volume (2 fogli).
Legatura coeva in piena pergamena rigida, dorso a nervi con titolo manoscritto. Esemplare in buona copia, completo e genuino. Alcune leggere fioriture e segni del tempo; segni di possesso manoscritti al frontespizio della Decas prima (“Collegij Soc[ietatis] Iesu Parmensis”).
Contenuto e struttura:
Il volume raccoglie due delle tre decadi superstiti dell’opera Ab Urbe condita di Tito Livio:
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Decas prima (libri I–X), narrazione mitico-arcaica dalla fondazione di Roma alle guerre sannitiche.
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Decas tertia (libri XXI–XXX), centrata sulla Seconda guerra punica e le gesta di Annibale.
Ciascuna decas presenta una numerazione interna autonoma dei libri, da I a X, secondo una prassi tipica delle edizioni umanistiche: la decas tertia, pur corrispondendo ai libri XXI–XXX del corpus liviano, è qui numerata internamente da I a X.
Nota sulla composizione del volume:
Il volume include solo la prima e la terza decas, poiché sono le uniche sezioni trasmesse integralmente del corpus di Tito Livio. La seconda decas (libri XI–XX) è andata perduta già in età tardo-antica, e le sezioni successive (quarta e quinta decas) sono sopravvissute in modo frammentario. Per questo motivo, le edizioni rinascimentali pubblicavano spesso separatamente o congiuntamente Decas I e Decas III, come nel caso presente.
Nota storica su Sébastien Gryphe:
Sébastien Gryphe (Sebastianus Gryphius), tipografo di origine tedesca attivo a Lione, fu uno dei maggiori editori umanistici del Cinquecento. La sua officina, caratterizzata da eleganza tipografica e accuratezza filologica, pubblicò numerosi classici latini e greci con apparato sobrio, destinato a un pubblico colto e scolastico. La sua marca tipografica con il grifo e il motto stoico (“Virtute duce, comite fortuna”) è tra le più riconoscibili dell’epoca.
Provenienza:
Curiosa nota manoscritta al frontespizio della Decas prima con riferimento al Collegio della Compagnia di Gesù di Parma, indicando una probabile origine gesuitica del volume, cosa che potrebbe spiegare la censura della dedicatoria fatto già riscontrato in altre copie di proprietà gesuitica.