Antonio Magrini
Il Palazzo del Museo Civico in Vicenza descritto ed illustrato
Vicenza, Dalla Tipografia Eredi Paroni, 1855
Dati editoriali
Vicenza, Tipografia Eredi Paroni, 1855.
Un volume in-8° (cm 17 × 24).
Pagine: 80 + una tavola incisa in rame in antiporta raffigurante l’elevazione e la pianta del palazzo del Museo Civico di Vicenza.
Brossura editoriale originale in carta avorio con elegante cornice tipografica decorata al piatto.
Descrizione fisica
Esemplare genuino e marginoso, in ottimo stato di conservazione.
Lieve brunitura e fioriture sparse, più accentuate in alcune carte centrali; dorso con minima abrasione, ma nel complesso copia integra, fresca e intonsa.
Contenuto principale
Raro opuscolo illustrato in cui l’abate Antonio Magrini (Vicenza, 1805 – 1872), erudito, architetto e storico dell’arte, offre una descrizione storica e architettonica del Palazzo del Museo Civico di Vicenza, edificato su progetto palladiano e all’epoca da poco destinato ad accogliere le collezioni cittadine.
Il testo costituisce una delle più antiche e puntuali guide architettoniche vicentine, comprendente:
- la storia della costruzione e delle trasformazioni del palazzo;
- note sull’impianto planimetrico e sui criteri di illuminazione;
- un’analisi stilistica dei moduli palladiani;
- cenni sulle prime raccolte civiche d’arte, archeologia e storia naturale.
L’antiporta incisa (opera di G. Benasson inc.) raffigura la facciata e la pianta del palazzo, unendo rigore tecnico e finezza estetica, in perfetta linea con il gusto neoclassico del tempo.
Apparato iconografico
- Tavola incisa in rame fuori testo (elevazione e pianta del Museo Civico).
- Cornice tipografica al frontespizio e fregi ornamentali alle testatine.
- Impaginazione sobria e nitida, tipica delle edizioni venete di metà Ottocento.
Cenno storico sul Museo Civico di Vicenza (Palazzo Chiericati)
Il Museo Civico di Vicenza nacque ufficialmente nel 1855, anno stesso di questa pubblicazione, come sintesi delle raccolte d’arte, archeologia e storia naturale fino ad allora conservate in diverse sedi cittadine. La scelta del Palazzo Chiericati, straordinaria opera di Andrea Palladio, rispondeva a una duplice esigenza: da un lato valorizzare un capolavoro dell’architettura rinascimentale, dall’altro offrire un luogo decoroso e razionale per l’esposizione pubblica delle collezioni civiche.
Il palazzo, eretto a partire dal 1550 per il nobile Girolamo Chiericati, rimase incompiuto per secoli e fu acquisito dal Comune nel 1839. Negli anni immediatamente successivi, con il contributo di studiosi come Antonio Magrini, si avviò un articolato progetto di restauro e rifunzionalizzazione museale, volto a rendere l’edificio adatto alla conservazione delle opere d’arte e dei reperti archeologici provenienti da scavi e donazioni locali.
La relazione di Magrini documenta questa cruciale fase di transizione, in cui l’architettura palladiana veniva reinterpretata alla luce dei nuovi criteri museografici ottocenteschi: illuminazione zenitale, distribuzione funzionale degli ambienti, e l’idea di un “museo per il popolo”, accessibile e didattico.
Nel corso del secolo successivo, il Museo Civico si arricchì progressivamente di capolavori, tra cui le collezioni pittoriche di Bartolomeo Montagna, Giambattista Tiepolo, Lorenzo Lotto e Giovanni Bellini, divenendo uno dei principali poli culturali del Veneto.
Oggi il Museo Civico di Palazzo Chiericati rappresenta un perfetto esempio di come l’eredità architettonica rinascimentale e la vocazione culturale moderna abbiano potuto congiungersi in un unico, straordinario monumento.
L’Abate Antonio Magrini (1805-1872)
Nato a Vicenza nel 1805, Antonio Magrini fu figura di spicco della cultura veneta dell’Ottocento, sacerdote, architetto, storico dell’arte e raffinato erudito.
Si formò presso il Seminario vicentino, dove maturò un forte interesse per l’archeologia e per l’eredità classica, orientandosi presto verso lo studio dell’architettura palladiana e del Rinascimento veneziano.
Fu autore di numerosi saggi e memorie dedicate al patrimonio monumentale del Veneto, tra cui:
- Saggio sopra Andrea Palladio e le sue opere (Vicenza, 1836),
- Memorie intorno la vita e le opere di Michele Sanmicheli (Verona, 1847),
- Notizie intorno alla Basilica di Vicenza (1852),
- e la presente monografia Il Palazzo del Museo Civico in Vicenza (1855), testimonianza della sua costante attività di documentazione e tutela del patrimonio artistico locale.
Accademico e conferenziere stimato, fu membro della Commissione Conservatrice dei Monumenti del Veneto, nonché collaboratore di varie istituzioni culturali e riviste d’erudizione. La sua opera, improntata a rigore filologico e sensibilità estetica, contribuì in modo decisivo alla formazione di una coscienza storica del Palladianesimo nell’Italia preunitaria.
Morì a Vicenza nel 1872, lasciando una vasta produzione manoscritta e un lascito scientifico oggi conservato in parte presso la Biblioteca Bertoliana. La sua scrittura, limpida e misurata, riflette l’equilibrio tra erudizione antiquaria e gusto neoclassico che caratterizza l’eredità culturale veneta dell’Ottocento.
Valutazione bibliografica
Cfr. Cicogna, Iscrizioni Veneziane, V, p. 114;
Favaro, Bibliografia delle opere di Antonio Magrini, n. 12;
ICCUBI, Catalogo delle edizioni vicentine 1800–1900, n. 132.
Opera di non comune reperibilità sul mercato antiquario e di rilevante valore documentario per la storia architettonica di Vicenza.








