P. Cornelii Taciti libri quinque noviter inventi atque cum reliquis eius operibus editi
Milano, Alessandro Minuziano, 1517 – Prima edizione
Descrizione fisica:
In-8° (cm 20 x 13,5); carte [10] c.c.n.n., 233 c.c.n., [13] c.c.n.n.; testo in nitido carattere romano, ben impresso su carta forte; impaginazione ordinata, iniziali capitali, assenza di marca tipografica. Legatura coeva in piena pelle su assi di legno, impressa a secco con cornici a filetti, losanghe e motivi fitomorfi; dorso a nervi con compartimenti decorati. Esemplare completo e perfettamente conservato. Nota manoscritta coeva al frontespizio, altre postille a margine.
Contenuto e struttura dell’opera:
Si tratta della prima edizione assoluta dei cinque Libri noviter inventi delle Historiae di Tacito, recentemente ritrovati nel codex Mediceus, qui stampati per la prima volta insieme agli Annales, Germania, Agricola e Dialogus.
Il volume si apre con:
- Epistola “Cornelius Tacitus Sebastiano Feretio”, introduzione umanistica al corpus;
- Paragrafo dedicato a Philippus Beroaldus, in lode dell’umanista curatore del testo.
In chiusura: - Lettera di Papa Leone X a Filippo Beroaldo il Giovane, sul valore morale della riscoperta tacitiana;
- Epistola di Alessandro Minuziano a Leone X (Milano, 31 marzo 1517);
- Lettera di Andrea Alciato, a suggello giuridico e filologico dell’edizione.
■ Una pietra miliare nella storia del copyright tipografico
Questa edizione è considerata un caposaldo nella nascita del concetto moderno di diritto d’autore. Sul frontespizio appare una delle prime formule vincolanti: “Ne quis intra decennium presens opus possit alicubi impune imprimere…”, con cui Minuziano vietava la ristampa per dieci anni.
Tale clausola, sostenuta da privilegio pontificio concesso da Leone X, fu presto oggetto di una celebre controversia legale con tipografi veneziani, che ne contestavano il monopolio editoriale. Il caso è oggi studiato come la prima disputa documentata per copyright nella storia del libro a stampa, riflettendo la crescente necessità di tutelare l’investimento economico e intellettuale dell’editore umanista.
■ Il contesto del ritrovamento delle Historiae
Il ritrovamento delle Historiae nel codex Mediceus nel XV secolo permise la ricostruzione di un importante segmento della storiografia imperiale romana (69–96 d.C.). L’edizione del 1517 fu la prima a divulgare in forma organica questi testi, suscitando ammirazione in tutta Europa. Grazie a essa, Tacito ritornò protagonista del pensiero politico rinascimentale e divenne oggetto di studio sistematico nelle scuole umanistiche e nei tribunali.
■ Tacito e il pensiero politico del Rinascimento
Tacito, ammirato per la sua capacità di indagare la psicologia del potere e la degenerazione delle istituzioni, trovò nel Rinascimento un rinnovato significato. Le sue opere furono considerate fondamentali per comprendere la ragion di Stato, la libertà repubblicana e i pericoli della tirannide. Questa edizione, con l’appoggio di Leone X e Alciato, consacrò Tacito come autore politico di riferimento per il pensiero moderno, ispirando Machiavelli, Bodin, Lipsio e i giuristi europei.
■ Il ruolo di Andrea Alciato
Il giurista Andrea Alciato, autore di una delle lettere finali, fu tra i primi a valorizzare Tacito come maestro di pensiero morale e giuridico. La sua partecipazione al progetto ne garantì il rigore interpretativo e lo rese punto di riferimento per giuristi e accademici. La visione alciatiana di un Tacito utile alla formazione del magistrato e del politico anticipa la lettura civile e pragmatica dell’antichità, tipica del tardo Rinascimento.
■ Il ruolo dell’officina Minuziana
Alessandro Minuziano (Minutianus), tra i tipografi milanesi più colti del primo Cinquecento, si distinse per l’altissima qualità delle sue edizioni classiche. L’opera tacitiana del 1517 fu il suo capolavoro, non solo per la bellezza tipografica, ma per la rete culturale che vi si intrecciò: papi, giuristi, filologi, editori. L’equilibrio grafico, l’assenza di errori, la chiarezza tipografica e l’apparato introduttivo la rendono una delle più alte espressioni della stampa umanistica italiana.
■ Bibliografia e censimento degli esemplari
L’edizione è registrata in EDIT16 (CNCE 65577), Adams T 5, Graesse VI.1.5, Brunet V, 630.
Esemplari completi con legatura coeva sono rarissimi: molti presentano rilegature posteriori o mancanze nelle carte introduttive o conclusive. Il presente esemplare si distingue per la completezza testuale, la legatura originale a secco e l’eccezionale conservazione, che ne fanno un pezzo da alta collezione e da esposizione museale.