La Legenda della Reina Rosana e di Rosana sua figliuola

120,00

Si tratta della ristampa di un interessante romanzo popolare trecentesco, tratto da un Codice Palatino – Panciatichiano di n°75, raffrontato con uno Magliabechiano (IV, 105), che intreccia avventura cavalleresca, racconto erotico e tema religioso in un notevole esempio di lingua volgare. Giannini, 440, “La Storia di Rosana fu narrata in un racconto in prosa, pubblicato dal D’Ancona su un codice Palatino – Panciatichiano del secolo XIV, col titolo: “La legenda della reina Rosana e di Rosana sua figliuola” (Livorno, Vigo, 1871), e che è da considerarsi come la fonte”.

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La Legenda della Reina Rosana e di Rosana sua figliuola

Livorno, pei Tipi di Francesco Vigo, 1871

Volume in 8° (cm. 18 x 25,5), pagine V, (1), 72, (4), timbro da grande collezione alla prima bianca, prima edizione ad amplissimi margini. “Edizione di soli 153 esemplari, dei quali 140 in carta a mano di Fabriano, dieci in carta reale a mano inglese, e tre in pergamena. I soli esemplari destinati ai sottoscrittori sono numerati progressivamente, e ciascuno di essi porta il nome del sottoscrittore”. Il testo si apre con una “Avvertenza” di Alessandro D’Ancona. Con 14 figure e iniziali figurate, appositamente disegnate da Enrico Ferrari ed incise da Francesco Ratti, ambedue bolognesi. Si tratta del secondo volume della “Raccolta di scritti inediti o rari dei primi secoli della lingua italiana”, pubblicati dal Vigo a mo’ di strenna. Splendido esempio di editoria artistica ottocentesca. Si tratta della ristampa di un interessante romanzo popolare trecentesco, tratto da un Codice Palatino – Panciatichiano di n°75, raffrontato con uno Magliabechiano (IV, 105), che intreccia avventura cavalleresca, racconto erotico e tema religioso in un notevole esempio di lingua volgare. Giannini, 440, “La Storia di Rosana fu narrata in un racconto in prosa, pubblicato dal D’Ancona, su un codice Palatino – Panciatichiano del secolo XIV, col titolo: “La legenda della reina Rosana e di Rosana sua figliuola” (Livorno, Vigo, 1871), e che è da considerarsi come la fonte”. Difetto al dorso ma resta ben legato, per il resto minimi segni del tempo, è buona copia.

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