Lodovico Dolce – Le Osservazioni del Dolce –
Venezia, Gabriel Giolito de’ Ferrari e fratelli, 1554 (terza edizione)
Dati editoriali:
In 16° (cm 14 × 8,5), pagine: [8], 232, [8] con registro finale e grande marca tipografica xilografica. Legatura in piena pergamena floscia coeva, con segni d’uso e piccole macchie; coperta posteriore in parte scollata ma stabile, non restaurata per preservare la visibilità di frammenti di manoscritto medievale riutilizzati come carte di rinforzo interne. Particolare di grande fascino bibliologico.
Descrizione:
Terza impressione, riveduta e accresciuta “di più utile cose”, dell’importante trattato linguistico-letterario di Lodovico Dolce (1508 ca. – 1568), autore, umanista e poligrafo attivissimo nella Venezia del Cinquecento. L’opera affronta con sistematicità e spirito normativo la questione della lingua volgare italiana, articolandosi in più sezioni dedicate a ortografia, grammatica, retorica e uso letterario del fiorentino illustre.
Nota di provenienza:
All’angolo inferiore destro del frontespizio si conserva un curioso timbro in inchiostro rosso, di forma geometrica e recante un intreccio di lettere stilizzate, verosimilmente riconducibile a una biblioteca storica, a un archivio ecclesiastico oppure a una collezione privata ottocentesca. Sebbene non sia stato possibile identificarlo con assoluta certezza, la presenza di tale marchio di possesso conferisce ulteriore interesse bibliografico all’esemplare, documentandone la circolazione in ambito colto e contribuendo alla sua tracciabilità storica.
Contenuto principale:
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Dedica a Giovan Battista D’Azzià, marchese della Terza
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Libro primo: discorso generale sul volgare
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Libro secondo: ortografia della lingua italiana
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Libro terzo: osservazioni retoriche e stilistiche
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Tavola delle cose principali trattate
Apparato tipografico:
Frontespizio con bella cornice xilografica e grande marca tipografica del Giolito (aquila con motto “VIRTUTE ET FORTUNA”).
Capilettera decorativi figurati.
Numerose evidenze della stampa in nero ben conservate; carta croccante e pulita. Timbro antico a inchiostro rosso al frontespizio.
Particolarità:
Una delle caratteristiche più affascinanti di questo esemplare è la scoperta, resa possibile dalla scollatura della copertina posteriore, di frammenti manoscritti pergamenacei medievali in latino, impiegati come supporto strutturale nella legatura. Si tratta probabilmente di un testo liturgico o canonico vergato in scrittura gotica, tipico esempio di riutilizzo librario nella prassi tipografica del XVI secolo.
Approfondimento – Lodovico Dolce e la questione della lingua
Lodovico Dolce (ca. 1508 – 1568), umanista e poligrafo veneziano attivo presso la celebre tipografia Giolito, fu una figura centrale nella codificazione della lingua volgare italiana. Autore prolifico e versatile, Dolce operò come traduttore, teorico letterario, poeta e trattatista, contribuendo in modo determinante al dibattito sulla lingua che animò il XVI secolo. Le Osservationi, pubblicate per la prima volta nel 1550, si collocano nel solco della polemica tra sostenitori del fiorentino trecentesco (Petrarca, Boccaccio, Dante) e fautori di una lingua più attuale e funzionale, come il veneziano colto. Dolce difende una posizione mediana: pur riconoscendo l’eccellenza del toscano letterario, propone un volgare “illustre” aggiornato, attento alla varietà d’uso, più inclusivo e adatto al presente.