Lettere volgari di diversi nobilissimi huomini, et eccellentissimi ingegni, scritte in diverse materie.
In Vinegia, nella casa de’ figliuoli di Aldo, 1544, 1564.
Opera in 2 volumi a contenere 3 libri: Due volumi (cm. 15 x 10); Volume I-II: fogli 127, (n.n. 3) – 214, (n.n. 6); Volume III: fogli 179, (n.n. 4);
Marca tipografica aldina dell’ancora e delfino impressa a ciascun libro; colophon presente alla fine di ogni volume. Il frontespizio del primo libro, pur con difetti e macchie, è stato restaurato e conservato; alla pagina successiva è stato aggiunto un frontespizio riprodotto a pennino con eccellente perizia grafica. Timbro a pennino manoscritto a imitazione di ex libris.
Elegante legatura coeva uniforme in piena pelle, dorsi con doppio tassello in marocchino (marrone e verde) con titoli impressi in oro, tagli rossi. Stato dei volumi eccezionale.
Contenuto: Raccolta antologica di lettere volgari di importanti umanisti, cortigiani, ecclesiastici e politici del XVI secolo, volta a offrire esempi di prosa elegante e varia nei registri. Ogni libro è autonomo per struttura, ma coerente nell’intento educativo e stilistico. Tra gli autori inclusi: Pietro Bembo, Pietro Aretino, Paolo Manuzio, Benedetto Varchi e altri.
Nota storica sull’opera e sulla tradizione epistolare: Le Lettere volgari rappresentano uno dei progetti editoriali più ambiziosi della tipografia veneziana del XVI secolo. Fin dal primo libro, stampato da Paolo Manuzio nel 1542, l’intento era quello di raccogliere e rendere accessibili modelli epistolari di stile e contenuto elevato, in volgare e non in latino, così da educare la nuova classe dei lettori umanisti. Le lettere incluse non sono solo esemplari di prosa elegante, ma anche documenti di storia intellettuale, politica e religiosa dell’Italia rinascimentale.
Sulla tipografia aldina: Questa raccolta fu curata e stampata nella celebre tipografia aldina, fondata da Aldo Manuzio e proseguita dal figlio Paolo. La marca tipografica dell’ancora con il delfino (festina lente), visibile in tutte le sezioni, è tra i marchi più celebri della storia del libro. Ogni libro reca colophon autonomo, coerente con la prassi editoriale di distinguere le uscite modulari. L’uso della lingua volgare fu parte integrante della missione umanistica della famiglia Manuzio, tesa a diffondere i modelli classici anche tra lettori non specialisti.
Struttura editoriale e cronologia delle edizioni: I tre libri contenuti nei due volumi furono stampati in anni diversi: il primo nel 1544, il secondo e il terzo nel 1564. Questa configurazione corrisponde alla prassi aldina delle edizioni “a moduli successivi”, dove le raccolte venivano incrementate nel tempo e vendute singolarmente o in forma accorpata. La coerenza grafica, la presenza delle marche tipografiche e dei colophon, così come la legatura coeva uniforme, indicano una composizione editoriale storicamente legittima, anzi tipica del consumo librario cinquecentesco. Si tratta pertanto di un insieme originale e organico, che riflette la fortuna editoriale e la diffusione reale dell’opera nel corso di due decenni.
Curiosità sul restauro calligrafico: Nel primo volume si segnala una curiosa operazione bibliografica: il frontespizio originale, pur macchiato e difettoso, è stato mantenuto e seguito da una riproduzione calligrafica a pennino, realizzata da mano abile e filologica. Questa prassi, rara ma documentata in ambito antiquariale tra XVIII e XIX secolo, testimonia l’interesse dei collezionisti non solo per il testo, ma anche per l’integrità visiva e tipografica dell’edizione. L’intervento, che rispetta l’assetto grafico originale, denota una cura quasi filologica per la ricostruzione estetica del volume.
Valore filologico e lessicografico: Le Lettere volgari sono oggi considerate anche una fonte linguistica di primaria importanza. La varietà di autori (da Bembo a Varchi, da Aretino a Speroni) e di registri consente di tracciare l’evoluzione della prosa italiana cinquecentesca, in un momento in cui si consolidava il modello toscano. Non a caso, queste raccolte furono usate nei secoli successivi come repertorio per esercizi retorici, scolastici e di galateo epistolare.
Confronto collezionistico: Esemplari completi dei tre libri in due volumi, con marca aldina e in buono stato di conservazione, sono piuttosto rari sul mercato antiquario. Sono conservati in importanti fondi, tra cui Biblioteca Marciana (Venezia), Biblioteca Nazionale Centrale (Firenze), British Library e BnF. Alcuni presentano varianti nella numerazione o nell’ordine dei frontespizi, a conferma della complessità editoriale del progetto. Il restauro calligrafico qui presente rappresenta una peculiarità che accresce l’interesse storico dell’esemplare.
Impatto culturale: L’opera rappresenta un cardine nella storia dell’epistolografia italiana. La scelta della lingua volgare e la qualità degli scriventi la rendono strumento di formazione letteraria e specchio della società colta del Rinascimento. La sua presenza nelle biblioteche pubbliche e private riflette l’interesse costante per il genere epistolare e per la diffusione dell’ideale umanistico anche attraverso la forma breve e quotidiana della lettera.