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Tempo d’estate di Ain Zara Magno

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Ain Zara Volante in Magno nata in Alessandria 1913 (Scrittrice italiana)

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Ain Zara Magno

Tempo d’estate

Genova, Edizioni di Circoli, 1933

Volume in 8° (20,5 x 14); pagine 118, (6), edizione stampata in soli 500 esemplari numerati (ns. numero 100), alla prima carta bianca presente dedica nominale a firma dell’autrice. Cartonato editoriale  muto; sovraccoperta originale con titoli. Esemplare ben conservato con dorso sano, minimi segni del tempo, è  copia buona.

Ain Zara Volante in Magno nata in Alessandria 1913 (Scrittrice italiana)

Trascorse infanzia, adolescenza e buona parte della giovinezza in Terra d’Africa. È in Italia quando si congiunge in matrimonio con Gino Magno, un professore di Alessandria, interessante scrittore e poeta seppure non conosciuto dal grosso pubblico. Gli sposi vivono ad Alessandria nel decennio compreso fra il 1930 e 1940. Ain Zara in questo periodo s’interessa all’ambiente alessandrino, è impegnata nel sociale, occupa incarichi importanti nel settore femminile, impegna il tempo libero scrivendo. In particolare si diletta nelle poesie, pubblicando, nel 1933, Tempo d’Estate le cui rime lasciano intravedere una spiccata nostalgia per i suoi luoghi d’origine.
Pubblica, negli anni successivi, Ritorno a Sinauen, una raccolta di versi improntati sullo stile di Gabriele D’annunzio, poi il romanzo Tramontana,  ambientato nel periodo compreso fra le due guerre mondiali in cui il lettore rileva lo specchio dell’esistenza di quel tempo.
I critici letterari apprezzano lo stile di Ain la quale, dallo scoppio del secondo conflitto mondiale, mette a tacere pubblicamente la sua penna, nonostante le insistenze, gli apprezzamenti elargiti dagli Editori, dai lettori, da colleghi scrittori anche i più autorevoli.
I suoi scritti, con il tempo, sono stati completamente dimenticati, ha vissuto completamente in disparte per tutto il periodo bellico. Finalmente, con il sopraggiungere dell’anno 1954, il suo nome riappare con l’edizione di Betelgeuse, una raccolta sorprendente di liriche, per terminare definitivamente con le rime dal suggestivo titolo Parole d’amore.

 

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