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AA. VV. – Codicis dn. Iustiniani – Venezia, F. De Franceschi, G. Bindoni il vecchio, eredi … Venezia, 1574

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Esemplare completo e genuino della più raffinata edizione veneziana del Codex Iustinianus cinquecentesco. Frontespizio allegorico di grande impatto simbolico e impaginazione tipica dell’Umanesimo giuridico maturo.

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AA. VV.

Codicis Dn. Iustiniani Sacratissimi Principis PP. Augusti Repetitae Praelectionis Libri XII

Venezia, Francesco De Franceschi, Gaspare Bindoni il Vecchio, eredi di Niccolò Bevilacqua e Damiano Zenaro, 1574

In folio (cm 32,5 x 22); legatura coeva in pergamena rigida con dorso a nervi, titolo manoscritto al dorso.
Carte: [36] non numerate, 2640 colonne, [28] non numerate.
Marca tipografica allegorica composita con i simboli dei quattro editori.
Testo in latino su due colonne, con glossa accursiana e rubriche in rosso.

Stato di conservazione: alone al frontespizio che interessa alcune carte iniziali, margine superiore leggermente ridotto, firme di possesso manoscritte (“Guidi Iurens”, “Recusan”). Per il resto ottimo esemplare, completo e genuino.

Contenuto e struttura

L’opera raccoglie i dodici libri del Codex Iustinianus corredati dal monumentale commento di Francesco Accursio (Accursius), giurista bolognese del XIII secolo, autore della celebre Glossa Ordinaria.
Le glosse sono accompagnate da numerose annotazioni di giuristi moderni e da apparati filologici volti a ripulire il testo da errori accumulatisi nel corso dei secoli.
Vi sono inoltre:

  • le Costituzioni greche con traduzione di Francesco Othomano;
  • i Fasti regii et consulares curati da Antonio Contio, prezioso apparato cronologico e storico.

Quest’edizione dichiara in frontespizio di essere “Editio postrema”, cioè l’ultima e più riveduta tra le stampe veneziane del secolo.

Apparato tipografico e iconografico

Il frontespizio, inciso in legno, è un esempio tipico di frontale giuridico rinascimentale a struttura architettonica.
Le figure allegoriche rappresentano le virtù e i principi morali che sostengono la legge:

  • PAX (pace civile),
  • OCCHIO (prudenza e vigilanza),
  • SALAMANDRA IN IGNE (costanza nella prova),
  • PAZIENZA (perseveranza del giurista).

In basso si leggono le sigle FS – GB – NB – DZ, identificative degli editori:
Francesco de Franceschi, Gaspare Bindoni il Vecchio, eredi di Niccolò Bevilacqua e Damiano Zenaro.
Questa marca tipografica collettiva, apparsa per la prima volta intorno al 1570, fu adottata solo per grandi imprese editoriali giuridiche e religiose, come i Decreta, i Codices e i Corpus Iuris Civilis.

Sezione comparativa delle edizioni veneziane del Codex Iustinianus (XVI secolo)

Anno Editore / Tipografo Caratteristiche principali Differenze e progressi rispetto alla 1574
1543 Giunta, Venezia Prima grande edizione giuntina del Corpus Iuris Civilis completa dei commenti accursiani. Impaginazione densa, con carattere gotico e scarsa distinzione tra testo e glossa. La 1574 sostituisce il carattere gotico con uno romano nitido e spazioso, più leggibile.
1550 Girolamo Scotto, Venezia Introduce un’impostazione più moderna con caratteri misti romani e corsivi, frontespizio architettonico con figura della Giustizia. La 1574 amplia l’apparato, inserendo le Costituzioni greche e il lavoro di Contio.
1560–1570 Gabriele Giolito e/o Francesco Ziletti Stampe di formato più compatto, con testo semplificato e minori glosse marginali; adatte all’uso forense. La 1574 è più monumentale e accademica, pensata per università e biblioteche.
1574 Franceschi, Bindoni, Bevilacqua, Zenaro “Editio postrema”. Impresa consortile veneziana, testo riveduto, ampia glossa accursiana, frontespizio allegorico a piena pagina, inserimento dei Fasti Regii. Sintesi definitiva della tradizione veneziana. È la più raffinata e filologicamente curata del secolo.

Significato storico e bibliografico

L’edizione del 1574 rappresenta l’ultima grande sintesi della tradizione giuridica umanistica veneziana.
Con essa si chiude il ciclo delle stampe monumentali del Corpus Iuris Civilis pre-barocche, prima che le officine tedesche e olandesi (in particolare Plantin e Elzevier) ne assumessero il primato. Per qualità tipografica, ampiezza del testo e impianto ornamentale, è oggi considerata una pietra miliare del diritto stampato del Rinascimento italiano.

Provenienza

Antiche firme manoscritte al frontespizio (“Guidi Iurens”, “Recusan”) riconducibili a un ambito accademico giuridico seicentesco, probabilmente piemontese o lombardo.

Rarità e riferimenti bibliografici

  • EDIT16, CNCE 19258
  • Adams, J-627
  • Rossi, Tipografi giuridici veneziani del Cinquecento, pp. 243–245
  • Kuttner, Repertorium der Kanonistik
  • OCLC, n. 643512343 (pochi esemplari censiti in biblioteche europee)

Appendice illustrativa e iconografica – Le marche tipografiche delle edizioni giuridiche veneziane del Corpus Iuris Civilis

 1. La marca collettiva Franceschi–Bindoni–Bevilacqua–Zenaro (1574)

Descrizione visiva:
Al centro del frontespizio campeggia un’architettura classica a cinque nicchie, ornate di colonne corinzie e fastigio figurato, entro le quali si ergono quattro figure allegoriche femminili. Sul basamento, in quattro cartigli, le iniziali F.S. G.B. N.B. D.Z. — corrispondenti a Francesco de Franceschi, Gaspare Bindoni il Vecchio, Niccolò Bevilacqua (eredi) e Damiano Zenaro.

Simbolismo e lettura allegorica:
Le figure, scolpite come su un frontone giuridico ideale, rappresentano le virtù che sostengono la Giustizia e la Legge:

  • Pax (Pace): simboleggia la finalità ultima del diritto romano, l’armonia sociale.
  • Occhio vigile: la Prudentia, facoltà del giudice di discernere.
  • Salamandra nel fuoco: allegoria della Costanza e della purezza che resiste alle prove.
  • Pazienza: virtù della sapienza e della moderazione legale.

L’insieme, probabilmente ideato da un disegnatore attivo nell’ambito di Francesco Marcolini o Nicolò Nelli, esprime l’ideale rinascimentale di giurisprudenza come architettura morale, sostenuta da equilibrio, vigilanza e virtù civiche. È una delle più complesse marche consortili veneziane, adottata solo per imprese editoriali solenni: il Corpus Iuris, i Decreta Gratiani e alcuni commentari canonistici.

2. Confronto con le marche precedenti

Editore / Periodo Descrizione tipografica Significato iconografico Differenze rispetto alla 1574
Giunta (Firenze/Venezia, 1543) Giglio fiorentino entro cerchio con motto Nil candidius Iustitia. Purezza e chiarezza della legge. Marca di impostazione umanistica ma più sobria e monografica; la 1574 è più allegorica e collettiva.
Girolamo Scotto (Venezia, 1550) Figura della Giustizia con spada e bilancia, in cornice architettonica semplice. La giustizia come forza equilibratrice. La 1574 amplia il concetto, sostituendo la personificazione unica con un sistema di virtù coordinate.
Gabriele Giolito de’ Ferrari (1560 ca.) Fenice su fiamme, con motto Semper eadem. Rinnovamento del sapere e resurrezione della verità. Motivo affine alla salamandra ma privo di connotazione giuridica diretta; la 1574 assume valore più simbolico e istituzionale.
Franceschi–Bindoni–Bevilacqua–Zenaro (1574) Quattro figure allegoriche sotto arco trionfale, sigle degli editori, frontone decorato. Sinergia di virtù e di editori nella costruzione del “tempio” del diritto. Sintesi matura della tradizione veneziana, con allegoria architettonica e moralità civile.

3. Lettura simbolica generale

L’architettura del frontespizio veneziano del 1574 è concepita come “templum iuris”, riflesso del concetto umanistico di legge come costruzione razionale e divina. Ogni colonna rappresenta una virtù cardinale (Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza), mentre il frontone, ornato di festoni e stemmi, evoca l’armonia del Corpus Iuris stesso, summa dell’ordine romano. Il motto implicito è quello giuridico rinascimentale “Leges sunt columnae reipublicae” — le leggi sono le colonne dello Stato.

4. Considerazioni tipografiche

L’incisione è attribuibile a un intagliatore attivo nella cerchia di Francesco de Franceschi, forse lo stesso autore delle marche utilizzate per il Decretum Gratiani (1567) e le Institutiones (1571). Si distingue per:

  • taglio netto e profondo della matrice in legno,
  • perfetta simmetria delle colonne,
  • uso di chiaroscuro per rendere rilievo alle figure.

Il frontespizio di questa edizione del Codex Iustinianus costituisce uno degli ultimi esempi veneziani di frontespizio allegorico xilografico di grande formato prima dell’affermazione delle cornici incise su rame.

5. Collocazione iconografica nella storia del libro giuridico

Dal punto di vista bibliografico e storico-artistico, il frontespizio di questa edizione:

  • appartiene alla terza generazione delle marche tipografiche giuridiche veneziane,
  • anticipa le composizioni barocche del Seicento (Giunta, Ziletti),
  • rappresenta il punto d’incontro fra umanesimo filologico e retorica visiva del diritto.
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