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Alessandro Tassoni – La Secchia rapita. Poema eroicomico… – In Modena, per Bartolomeo Soliani Stamp. Ducale, 1744.

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Raffinata edizione modenese del 1744 del poema eroicomico di Tassoni, illustrata da 12 tavole, antiporta, due carte geografiche, una tavola genealogica, il carroccio, il ritratto del poeta e una rara incisione della Ghirlandina. Esemplare completo con legatura coeva, firma nobiliare e timbri bibliografici. Oggetto di altissimo pregio collezionistico.

Alessandro Tassoni

La Secchia rapita. Poema eroicomico di Alessandro Tassoni patrizio modenese, colle dichiarazioni di Gaspare Salviani romano, s’aggiungono la Prefazione, e le Annotazioni di Giannandrea Barotti ferrarese, le Varie Lezioni di Testi a penna, e di molte Edizioni, e la Vita del Poeta composta da Lodovico Antonio Muratori, Bibliotecario del Serenissimo Signor Duca di Modena.

In Modena, per Bartolomeo Soliani Stamp. Ducale, 1744.

Descrizione fisica: In-4° (cm 26,5 x 20); pagine: LX, 489, (2); testo in elegante carattere tondo e corsivo, impaginazione ariosa su due colonne, fregi ornamentali, testatine e finalini incisi. Splendida legatura coeva in mezza pelle con piatti marmorizzati, dorso a 5 nervi con fregi in oro e titolo su tassello in marocchino. Tagli spruzzati in rosso. Esemplare in condizioni superlative.

Apparato iconografico:

  • Antiporta allegorica incisa su rame da Francesco Villani, su invenzione di P. Zucchi, con due figure femminili simboliche (la Satira e la Poesia?) incoronate e affiancate da putti e personificazioni fluviali.
  • Una tavola che ritrae Alessandro Tassoni, incisa secondo l’originale e posta all’inizio della sua Vita.
  • Una tavola genealogica più volte ripiegata dei personaggi del poema.
  • Due carte geografiche più volte ripiegate incise da Andrea Bolzoni: la prima dedicata al territorio di Modena e Reggio, la seconda alla Romagna e al Bolognese, in riferimento al contesto della “guerra del secchio”.
  • 12 tavole a piena pagina incise in rame da diversi artisti (tra cui G. Benedetti e Ant. Zucchi), una per ciascun canto del poema, con scene di battaglia, assedi, consigli e visioni celesti.
  • Una tavola ripiegata con l’illustrazione del Carroccio dei Modenesi.
  • Una tavola ripiegata “Spezie o Mostra del carattere di Alessandro Tassoni tratto dall’originale manoscritto della Secchia il quale si conserva nell’Archivio del pubblico della Città di Modena”.
  • 12 splendidi finalini e non meno di 12 eleganti capilettera.
  • Una curiosa incisione all’ultima carta bianca raffigurante la “Torre di marmo bianco alta braccia di Modena CXXV once VIII” (ossia la Ghirlandina di Modena), con scala metrica. Non presente in tutte le copie censite, testimonia una variante di tiratura o l’aggiunta tipografica coeva per il pubblico modenese. L’immagine, fortemente stilizzata, evidenzia l’orgoglio civico per uno dei simboli architettonici della città e costituisce un elemento iconografico di particolare interesse collezionistico.

Contenuto: Questa sontuosa edizione dell’opera più celebre di Alessandro Tassoni (“La secchia rapita”, 1622) rappresenta una summa critica e illustrata di notevole importanza. Il poema eroicomico, ambientato in un immaginario scontro tra Modena e Bologna per una secchia sottratta durante una scaramuccia militare, è accompagnato da:

  • Dichiarazioni esegetiche di Gaspare Salviani,
  • Annotazioni di Giannandrea Barotti,
  • Vita dell’autore a cura di Ludovico Antonio Muratori,
  • Prefazione e varianti testuali da manoscritti e edizioni precedenti.

L’opera mescola registri epico-parodici e riflessioni politiche, con uno stile brillante e un lessico ricco di neologismi. Le incisioni impreziosiscono e rendono immediatamente visiva la narrazione, in uno dei migliori esempi editoriali del Settecento modenese.

Al termine del poema, segue il testo del “Primo Canto dell’Oceano del mondo nuovo”, con sviluppo anche di un secondo canto: si tratta di una composizione poetica autonoma a carattere epico-satirico, senza illustrazioni, che testimonia l’intento parodico e creativo dell’autore o dell’editore.

Provenienza e segni di possesso:

  • Firma manoscritta: “Desiderio Conte Pallotta” (alla prima carta bianca), nobile figura marchigiana del XIX secolo, legata agli ambienti culturali e letterari di Camerino. La sua presenza conferisce ulteriore prestigio e interesse all’esemplare.
  • Timbri tondi con legenda “Bibliarario Ottorino fu Giuseppe Notaio in Civitavecchia” con stemma della Repubblica Italiana: possesso novecentesco di chiaro valore bibliografico.
  • Curiosa incisione della Ghirlandina a piena pagina in fine volume, rara e non segnalata in molte collazioni: aggiunta di interesse storico-locale.

Approfondimento sulla firma del conte Desiderio Pallotta: La firma “Desiderio Conte Pallotta”, apposta con elegante grafia alla prima carta bianca, si riferisce con ogni probabilità a Desiderio Pallotta, membro dell’illustre famiglia nobiliare dei Pallotta di Caldarola, con ramificazioni a Roma e Camerino. Tale famiglia, di antiche origini umbre e marchigiane, annoverava cardinali, uomini d’armi e mecenati. In particolare, nel corso del XIX secolo, alcuni esponenti si distinsero per il sostegno a istituzioni culturali locali, biblioteche ecclesiastiche e accademie civiche.

Desiderio fu con ogni verosimiglianza un collezionista erudito, attivo nella prima metà dell’Ottocento (data manoscritta “1830” accanto alla sua firma), e appartenente al circolo di bibliofili attenti alla riscoperta dei classici italiani in edizioni illustrate. La presenza della sua firma su questo esemplare contribuisce a collocarlo in un contesto colto, patrizio e antiquariale, aggiungendo un ulteriore strato di valore storico e collezionistico all’opera.

 

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