C. Iuvenci, Coelii Sedulii, Aratoris sacra poësis
Summa cura & diligentia recognita & collata
Lugduni, apud Ioan. Tornaesium et Guil. Gazeium, 1553
Prima edizione congiunta di questi tre autori in forma poetica
Descrizione fisica e bibliografica:
Volume in 16° antico (circa cm 12 x 7,5), pagine: (2), 316, (2), legatura coeva in pergamena rigida, dorso liscio con titolo inciso e dorato entro cornice sempre dorata, tagli spruzzati. Frontespizio con marca tipografica ovale incisa contenente il motto stoico “Quod tibi fieri non vis, alteri ne feceris”, “Ciò che non vuoi sia fatto a te, non farlo agli altri”, qualche nota di antica mano ai margini, nota antica all’ultima pagina.
Il testo raccoglie le opere poetiche di tre grandi autori cristiani dell’antichità tardo-latina:
- Iuvencus (IV sec.), autore dell’Evangeliorum Libri IV, parafrasi in versi dei Vangeli,
- Coelius Sedulius (V sec.), autore del Carmen Paschale, poemetto epico su miracoli di Cristo,
- Arator (VI sec.), autore dell’Historia Apostolica, in versi esametrici sui Acta Apostolorum.
L’opera è introdotta da una dedica al cardinale Georges d’Armagnac, figura centrale dell’umanesimo francese e mecenate di cultura classica. Il testo è in latino, con passi greci in corpo minore, in elegante tipografia tonda con capolettera xilografici e fregi tipografici.
Curiosità e rilievi storico-bibliografici:
- La riunione dei tre poeti cristiani in un unico volume testimonia l’interesse del XVI secolo per le fonti letterarie sacre pre-medievali, ritenute al tempo un modello di fusione tra eloquenza classica e ortodossia cristiana.
- Jean de Tournes (Tornaesium) fu tra i primi a diffondere a Lione l’uso dei caratteri greci e latini eleganti, influenzati da Garamond, e operò in stretta collaborazione con Guillaume Gazeau.
- La presenza della citazione morale al frontespizio sottolinea lo spirito didattico dell’opera: si trattava di testi ad uso scolastico e devozionale insieme, letti nei collegi e negli ambienti religiosi riformisti.
- Questo esemplare presenta una splendida conservazione, con legatura integra, corpo del testo ben leggibile e privo di restauri.
Rarità:
Trattasi di prima edizione congiunta nota (1553); esemplari completi, in buone condizioni e in legatura di pregio sono rari sul mercato.