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Certificato di autenticità di reliquia – Mons. Ferdinando Maria de Rubeis – Roma, 1° maggio 1755

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Raro certificato romano del 1755 con sigillo e firme originali, relativo a una reliquia ossea di un santo venerato, con dettagli sulla teca e sul sigillo. Redatto da mons. Ferdinando Maria de Rubeis, alto prelato legato alla basilica di Santa Maria Maggiore e all’Inquisizione romana. Conservazione eccellente e manoscritti integri.

Certificato di autenticità di reliquia – Mons. Ferdinando Maria de Rubeis
Luogo e data: Roma, 1° maggio 1755
Formato: cm 27 x 20
Lingua: latino con ampia parte manoscritta
Supporto: carta vergata con margini decorati a stampa e sigillo cartaceo a secco
Stato di conservazione: molto buono; minime tracce d’uso e ossidazione, ma documento integro e ben leggibile

Firmatari:

  • Ferdinandus Maria de Rubeis, Patriarca titolare di Costantinopoli, Canonico Liberiano e Vicegerente dell’Urbe
  • César Coggi, delegato e sottoscrittore (firma autografa)
  • Jordanus Amzyni (altro firmatario con funzione esecutiva o notarile)

🕯️ Contenuto e contesto

Il documento certifica l’autenticità di una particella estratta dalle ossa del beato o santo (il nome specifico è indicato nella parte manoscritta, ma parzialmente leggibile: sembra riferirsi a un Sanctus Joseph, forse San Giuseppe da Copertino o altro santo omonimo).
La reliquia è descritta nei dettagli:

  • contenuta in theca vitrea argentea (teca in vetro e argento)
  • accompagnata da sigillo in ceralacca rossa
  • colligata filo di seta rosso (segno canonico di autenticità)
  • destinata alla pubblica venerazione in chiese o oratori

Il documento proviene dalla Curia Romana, con validità ufficiale in tutto l’orbe cattolico (Gratis ubique), e si inserisce pienamente nella prassi devozionale e giuridica dell’epoca post-tridentina.

📜 Traduzione integrale (parziale)

Ferdinandus Maria de Rubeis, Patriarca titolare di Costantinopoli, Prelato domestico, Abate di Santa Maria de Decanis, Vicegerente dell’Urbe…

A tutti coloro che esamineranno queste lettere autentiche, attestiamo per la maggior gloria di Dio e venerazione dei Santi, che abbiamo riconosciuto una particella del corpo di [San Giuseppe?], estratta da autentici luoghi sacri, e l’abbiamo riposta in una teca d’argento e vetro, ben chiusa, legata con filo di seta rosso e sigillata col nostro sigillo.

Concediamo licenza affinché sia conservata, donata o esposta pubblicamente alla venerazione dei fedeli.

Redatto a Roma, nella nostra sede, il 1° maggio 1755.

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