Collection Spitzer – Faïences Italiennes, Pl. XXII
Coupes par Giorgio Andreoli, Gubbio, 1537
Tecnica: Cromolitografia a colori – Editore: Charles Mannheim (attribuito), Parigi
Dimensioni foglio: cm 35 x 26 – Dimensioni immagine: cm 38,5 x 23,5
Data: Ultimo quarto del XIX secolo (ca. 1880–1890)
Stato di conservazione: Esemplare in buono stato generale.
Descrizione oggetto:
Tavola cromolitografica di grande eleganza raffigurante due coppe da parata in maiolica istoriata, realizzate a Gubbio nel 1537 dal maestro ceramista Giorgio Andreoli. Entrambe le coppe presentano ritratti femminili di profilo inscritti entro medaglioni circolari: “LUCRETIA” nella coppa superiore e “CAMILLA LA BELLA” in quella inferiore. Il fondo blu costellato di stelle dorate e i nastri con scritte svolazzanti esaltano la nobiltà delle figure, rese con dettagli pittorici minuziosi, dalla pettinatura ai gioielli.
Contesto storico-artistico:
Giorgio Andreoli (documentato tra il 1490 e il 1553), anche noto come Mastro Giorgio, fu una figura centrale della maiolica rinascimentale, celebre per aver introdotto e perfezionato la tecnica del lustro in oro e rubino. Le sue opere erano ricercate da cardinali, principi e corti europee. Le coppe rappresentate fanno parte del repertorio allegorico e idealizzato della bellezza femminile, tipico dell’epoca, associato alla cultura umanistica.
La Collection Spitzer:
La Collection Spitzer fu una delle più vaste e ambiziose raccolte d’arte decorative e oggetti rari mai costituite da un privato nel XIX secolo. Frédéric Spitzer, antiquario e collezionista austriaco stabilitosi a Parigi, radunò per decenni centinaia di pezzi di straordinario pregio: armature, smalti limosini, vetri veneziani, ceramiche italiane, codici miniati e sculture medievali e rinascimentali. Alla sua morte nel 1890, l’intera collezione fu dispersa in una monumentale asta parigina (1893), preceduta da una serie di tavole illustrative, eseguite in cromolitografia e destinate a documentare i capolavori della raccolta. Le tavole, oggi collezionate a sé stanti, costituiscono una testimonianza preziosa dell’antiquariato europeo ottocentesco.