Domenico Poggioli
Pensieri sulla causa della chimica affinità e congetture a determinare la forma atomica dei varii corpi
Roma, Tipografia Salviucci, 1837
Opuscolo in 4° (ca. cm 23 × 15), pagine XIII, (1), 93, (3). Brossura editoriale originale con elegante cornice xilografica e fregi tipografici sia al piatto anteriore, al posteriore e anche al dorso. Conservato in ottimo stato, con minimi e irrilevanti segni del tempo. All’interno del piatto anteriore è presente una dedica autografa dell’autore a un parente: “Al suo carissimo zio il Sig. Antonio Poggioli, in attestato di somma stima, di rispetto e di amicizia. L’autore”.
Descrizione e contenuto
Opera rara e scientificamente interessante che testimonia una fase della riflessione chimico-filosofica italiana dell’Ottocento. L’autore, Domenico Poggioli, membro dell’Accademia dei Lincei, dedica il suo trattato al cardinale Luigi Lambruschini, Segretario di Stato di papa Gregorio XVI e Prefetto della Congregazione degli Studi.
Nel testo, Poggioli affronta il dibattito sull’affinità chimica, ovvero le forze che regolano le combinazioni tra elementi, proponendo ipotesi teoriche sulla forma atomica delle sostanze. In uno stile che fonde il rigore scientifico con l’elaborazione filosofica, Poggioli si confronta con i grandi chimici del suo tempo (probabilmente Berzelius, Davy, ecc.), senza rinunciare a una visione armonica e “vitalistica” della natura, come mostra il passo iniziale:
“Se l’attrazione degli astri desta le meraviglie […] niente meno è ammirabile quella forza che investe e penetra […] gli atomi eterogenei per cui si cercano, si attirano, si collegano con vicendevol trasporto.”
In apertura appare anche una significativa massima di ispirazione aristotelico-tomista in latino:
“Natura nihil agit frustra, et frustra fit per plura, quod fieri potest per pauciora. Natura enim simplex est et rerum causis superfluis non luxuriat.” (un’affermazione dei princìpi di economia causale e semplicità naturale).
Rarità e interesse
Edizione scientificamente rilevante e bibliograficamente poco comune, soprattutto se accompagnata da dedica autografa. L’opera testimonia un momento di passaggio tra la chimica classica e la riflessione proto-atomistica moderna, in un contesto culturale (Roma papale degli anni ’30 dell’Ottocento) poco incline alla scienza sperimentale. Elegante impaginazione con ampi margini e carta di pregio.