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Emilio Salgari – I pescatori di trepang – Casa Editrice Sonzogno – Milano – (Anni 20?)

60,00 

Romanzo d’avventura coloniale a dispense di Emilio Salgari, pubblicato da Sonzogno con vivaci tavole illustrate a colori. Completo in 68 pagine e più fascicoli, documenta l’editoria popolare salgariana del primo Novecento. Ricco apparato iconografico di gusto epico e teatrale.

COD: Sdt 1416 Categorie: , , , ,

I pescatori di trepang
Autore: Emilio Salgari
Editore: Casa Editrice Sonzogno – Milano, (Anni 20?)
Formato: in-folio oblungo, cm 32 x 21,5
Pagine: 68
Illustrazioni: numerose tavole a colori, una per fascicolo, stampate su carta sottile ma vivace
Collana: [presumibilmente “Biblioteca Romantica Illustrata” o serie analoga a dispense salgariane]
Composizione: fascicoli numerati 1, 2, 3, 4 .
Stato: complessivo discreto, segni d’uso, una copertina con circoscritta macchia d’umidità; interni completi e leggibili, colori ben conservati

📚 Contenuto e contesto

Romanzo d’avventura salgariano ambientato nei mari dell’Oceania, centrato sulla pesca del trepang (nome malese del cetriolo di mare, usato nella cucina cinese), e sulle imprese di uomini bianchi armati che si confrontano con popolazioni locali, pirati o avversità naturali. L’opera rientra nella tipica narrativa salgariana esotico-avventurosa, spesso accompagnata da:

  • caccia, duelli, imboscate
  • fauna esotica (qui tartarughe marine)
  • etnografie immaginarie e iconografia colonialista

Le tavole a colori, altamente narrative e drammatiche, raffigurano scene d’azione: cattura di tartarughe, scontri con indigeni, combattimenti navali, tutte disegnate in stile epico-pittorico di inizio ‘900, con colori intensi e postura teatrale dei personaggi.

🎨 Note grafiche e tipografiche

  • Le immagini sono firmate da illustratori professionisti, probabilmente Alberto della Valle o artisti della cerchia di Sonzogno.
  • La copertina del fascicolo n. 1 presenta una composizione dinamica con ambientazione marina e tensione narrativa.
  • Impaginazione in due colonne con didascalie interne che rimandano a pagine e fascicoli (“Dispensa 7ª e 8ª”).

L’opera era pensata per il vasto pubblico popolare, con forte enfasi sull’avventura coloniale e su un immaginario esotico oggi storicizzato ma allora assai diffuso.

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