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L’Ebreo di Verona. Racconto storico italiano che tocca i tempi dal 1846 ad oggidì

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Bresciani Antonio

L’Ebreo di Verona. Racconto storico italiano che tocca i tempi dal 1846 ad oggidì

Bologna, presso Marsigli e Rocchi, 1850

2 Volumi in uno in 16° (cm. 10,5 x 16) pagine VII, (1), 314, (2) – 332, rara prima edizione. Le opere del gesuita Bresciani (Ala, Trento, 1798 – Roma, 1862) sono di estremo interesse per la storia del Risorgimento, in quanto costituiscono quasi una summa letteraria del più retrivo clericalismo ottocentesco, tanto che Antonio Gramsci, in “Letteratura a vita nazionale”, creò espressamente la categoria dei “nipotini del padre Bresciani” per designare gli scrittori di orientamento ideologico più illiberale delle nostre lettere. Il Bresciani, rettore di varii collegi, fra i primi redattori della “Civiltà Cattolica”, lasciò, oltre a numerosi romanzi storici (assai divulgati nell’Ottocento italiano, e rammentati dallo stesso Croce, nel “Contributo alla critica di me stesso”, come una delle sue prime letture; famoso tra tutti è “L’Ebreo di Verona”, duramente stroncato dal De Sanctis), opere pubblicistiche e di propaganda cattolica, improntate a un fiero antiromanticismo e antiliberalismo, nonché libri di viaggio – tra cui uno assai noto sulla Sardegna – che, malgrado la loro farraginosità, restano notevoli etnograficamente e per la loro copiosità di invenzione terminologica.  Elegante legatura coeva in mezza pelle rossa con carte marmorizzate ai piatti, titolo, filetti e fregi dorati al dorso. Qualche fioritura alle ultime 7 carte per il resto solo minimi segni del tempo è buona copia da collezione.

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