Parere medico-legale dell’Avvocato D. Carlo Fea, Commissario delle Antichità, sopra una causa celebre
Roma, Tipografia delle Belle Arti, 1834
Descrizione fisica:
Opuscolo in 8vo (cm 23,5 x 15,5); pagine 28; carta spessa e frusciante; testo in carattere nitido e ben impaginato. Fascicolo sciolto, probabilmente mai rilegato. Ottimo stato conservativo, con margini ampi e barbe editoriali.
Contenuto:
Interessante e raro parere giuridico di Carlo Fea, erudito e commissario delle antichità romane, reso su una causa di grande risonanza che vide coinvolti membri delle famiglie nobili Torlonia, Sforza Cesarini e Montani. La controversia, portata di fronte al tribunale della Sacra Rota nel 1834, verteva su una delicata questione di filiazione e legittimità ereditaria. Fea esamina i presupposti giuridici e morali con rigore e chiarezza, evocando elementi di diritto romano, canonico e prassi giuridica secolare. L’epigrafe tratta da Quintiliano («Quid igitur? nefas fuerit reperiri aliquid a nobis, quod ante non fuerit?») suggerisce l’intento di proporre un parere innovativo pur nel solco della tradizione.
Nota storico-editoriale:
La pubblicazione è espressione dell’impegno culturale e civile di Fea, noto anche per i suoi studi archeologici e filologici. L’opuscolo costituisce un raro esempio di commistione tra erudizione antiquaria e applicazione forense.