Polibio di Megalopoli
Historiae libri V priores… Epitome sequentium librorum, usque ad XVII… Nova editio
Coloniae Allobrogum [Ginevra], Jacobus Stoer, 1608
Descrizione fisica:
Cm 12,5 × 8; pagine: (48), 760, (36). Frontespizio con marca tipografica xilografica; capilettera ornati; testo in latino in carattere tondo e corsivo; indice finale con Gnοmologia e Index locupletissimus. Legatura: Raffinatissima legatura coeva in pieno marocchino bruno, decorata in oro ai piatti con cornice a motivo floreale e centrale ovale contenente lo stemma con ombrellino e chiavi incrociate sormontato dalla sigla S. R. (Sancta Romana Ecclesia); dorso finemente decorato con motivi fitomorfi, tagli dorati.
Contenuto:
Questa edizione tascabile delle Historiae di Polibio, pubblicata da Jacobus Stoer a Ginevra (qui latinizzata come Coloniae Allobrogum), presenta la traduzione latina dei primi cinque libri ad opera di Niccolò Perotti e l’epitome dei successivi (fino al libro XVII) secondo la versione di Wolfgang Musculus. Il testo si accompagna a una Gnοmologia, ovvero una raccolta di sentenze e massime morali estratte dall’opera, seguita da un ricchissimo indice analitico.
La dedica è rivolta al nobile Cornelio van der Myle, esponente olandese, e sottolinea l’utilità dell’opera per la formazione politica e civile dei giovani studiosi di diritto.
Legatura e provenienza:
La legatura è un esempio prezioso di decorazione romana della prima metà del Seicento, con ampia doratura a piccoli ferri fitomorfi e simbolo della Santa Sede (ombrellino e chiavi incrociate), iscritta nella sigla “S.R.”: molto probabilmente si tratta di un esemplare destinato a una biblioteca ecclesiastica romana o curiale. L’eleganza dell’esecuzione e la scelta del marocchino dorato, unita al formato tascabile, ne indicano un uso personale e rappresentativo.
Approfondimento: Polibio e la ricezione umanistica nell’edizione Stoer
L’opera di Polibio, storico greco del II secolo a.C., fu riscoperta con crescente interesse dagli umanisti del Quattrocento, che vi riconobbero una delle più acute riflessioni sul funzionamento delle costituzioni, sull’alternanza dei regimi politici (anacyclosis) e sulla potenza militare e morale di Roma. L’edizione qui presentata, pubblicata nel 1608 a Coloniae Allobrogum (cioè Ginevra) da Jacobus Stoer, riflette l’approccio didattico e sintetico tipico delle edizioni tardo-umanistiche: essa affianca alla versione latina dei primi cinque libri, curata da Niccolò Perotti, una epitome dei libri VI-XVII tratta dalla versione di Wolfgang Musculus, teologo riformato e umanista.
L’aggiunta finale di una “Gnomologia”, ovvero una raccolta di massime tratte dal testo, e di un ampio indice tematico, rientra in una strategia editoriale volta a facilitare l’utilizzo dell’opera in ambito scolastico, accademico e politico. Si tratta infatti di un compendio destinato non solo alla lettura erudita, ma anche alla consultazione pragmatica, soprattutto da parte di giuristi, consiglieri e amministratori formati sull’etica stoica e sulla razionalità storica.
La provenienza ginevrina dell’edizione e l’inclusione di autori come Musculus evidenziano la circolazione transconfessionale dei classici greci nell’Europa della Controriforma e della Riforma: mentre a Roma Polibio veniva letto dai politici e dai cardinali, a Ginevra era uno strumento per la formazione del cittadino virtuoso. La legatura ecclesiastica romana dell’esemplare conferma inoltre l’interesse curiale per l’autore, apprezzato come testimone della grandezza di Roma e come teorico dell’equilibrio dei poteri.