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Maria Borghese – Costanza Perticari nei tempi di Vincenzo Monti

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Costanza Perticari, nata da Vincenzo Monti e Teresa Pichler a Roma il 7 gíugno 1792; morta a Ferrara il 7 settembre 1840. Maritata al conte Giulio Perticari nel 1812 (le nozze furono cantate da alcuni tra i migliori rimatori del tempo negli Inni agli Dei Consenti, raccolta che restò famosa), rimase vedova nel 1822. Le calunnie non la risparmiarono; atrocissime, al punto d’accusarla d’avere avvelenato il marito: accusa alla quale allude anche una tragedia, Cesare Sabiniano, di suo cognato Giuseppe Perticari, pubblicata, peraltro, dopo la morte di lei. A discolparla, il celebre medico Giacomo Tommasini, amico del Leopardi, lesse pubblicamente nell’università di Bologna, per la riapertura degli studî del 1822-23, la Storia della malattia per la quale morì il conte G. Perticari. Altre censure le furono mosse, per sue passioni amorose. Quanto il padre l’amasse e l’ammirasse attestano versi suoi caldi d’affetto; un sonetto per il ritratto che le fece l’Agricola dura ancora nelle antologie. Bella fu certamente, e colta e d’ingegno; e dal complesso, anche se vi possa essere del vero in quelle censure, appare d’animo gentile assai più che i nemici non la volessero far credere. Paride Zaiotti, nell’iscrizione che le fece per la tomba, la disse “sempre buona, ora anche felice”; e così accennò ai tanti dolori che la tormentarono, dopo la giovinezza e i primi anni del matrimonio.

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Maria Borghese
Costanza Perticari nei tempi di Vincenzo Monti

Firenze, G. C. Sansoni, 1941

Volume in 8° (cm. 14,5 x 23), pagine 327, (1), ritratto di Costanza Perticari all’antiporta + XX Tavole di illustrazioni foto-incise, è prima edizione.  Brossura editoriale in cartoncino con titoli stampati in rosso e nero al piatto superiore e al dorso, presente anche la sovraccoperta editoriale illustrata. Minimi segni del tempo è buona copia.

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