I Santi Evangeli Illustrati
Opera a cura dell’Ambrosiana Editoriale – Illustrata da Bruno da Osimo e da Galizzi
Milano, Ambrosiana Editoriale di Battista Rossi, 1932
Descrizione fisica
Un volume in-folio (cm 38 x 45).
Legatura editoriale in piena pelle nera con impressioni dorate al piatto e al dorso: sul piatto, emblema con aquila ad ali spiegate poggiante su leggio (motivo disegnato da Bruno da Osimo, le cui iniziali “B” sono incise nel fregio).
Dorso con titolo in oro “I SANTI EVANGELI ILLUSTRATI” e simboli cristologici (IHS, croce e chiavi di San Pietro).
Taglio superiore dorato, altri intonsi.
Interno di 188 pagine + 6 non numerate, su carta forte avorio, con testo in due colonne a stampa bicolore (marrone e azzurro).
Contenuto e struttura editoriale
Edizione monumentale dei Quattro Vangeli, pubblicata nel 1932 e approvata con Nihil obstat e Imprimatur ecclesiastici (22 febbraio 1932).
L’opera fu promossa dall’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, fondata da Padre Giovanni Semeria e Don Giovanni Minozzi, a beneficio degli orfani della Grande Guerra.
Il testo dei Vangeli è accompagnato da:
- quattro grandi tavole simboliche dei santi Evangelisti, incise e firmate da Bruno da Osimo;
- numerose illustrazioni a colori fuori testo di Galizzi, che raffigurano episodi del Nuovo Testamento;
- capilettera, testatine e finalini decorativi, disegnati e xilografati da Bruno da Osimo con straordinario rigore grafico e purezza di linea.
Apparato iconografico
L’apparato decorativo si distingue per l’armonia fra arte sacra moderna e revival medievale, fondendo suggestioni bizantine e romaniche con il linearismo novecentista.
Le quattro tavole principali – San Matteo, San Marco, San Luca, San Giovanni – sono tra i più alti esempi di xilografia sacra italiana del XX secolo: figure ieratiche, costruite su linee severe e verticali, con iscrizioni lapidarie e simboli teologici (angelo, leone, toro e aquila).
Lo stile, inconfondibile, è quello dell’artista marchigiano Bruno da Osimo, ispirato al gusto decorativo dell’Art Déco sacro e all’estetica del Novecento Italiano, in particolare alla scuola di Adolfo De Carolis.
Le tavole a colori di Galizzi, più pittoriche e sentimentali, offrono un contrappunto figurativo delicato e devozionale (si veda la “Maddalena” o la “Decollazione di Giovanni Battista”).
L’artista: Bruno da Osimo (1888–1962)
Incisore, tipografo e illustratore di formazione simbolista, Bruno da Osimo (pseudonimo di Bruno Marsili) fu uno dei protagonisti della xilografia italiana tra le due guerre.
Allievo ideale di Adolfo De Carolis, ne proseguì la linea decorativa, accentuando la tensione spirituale e la geometria ascetica del segno.
Autore di numerosi ex libris e di incisioni religiose per la Società Xilografica Italiana, collaborò a riviste come Emporium, L’Eroica e Il Frontespizio, ed ebbe un ruolo importante nella diffusione dell’arte xilografica di ispirazione cristiana.
Nelle sue opere più mature, come in questo volume, unisce rigore formale e misticismo, ottenendo un linguaggio fortemente simbolico e solenne.
Contesto editoriale
L’Ambrosiana Editoriale di Battista Rossi, attiva a Milano tra gli anni ’20 e ’30, fu una delle officine tipografiche più raffinate del periodo.
La pubblicazione dei Santi Evangeli Illustrati rappresenta uno dei vertici della sua produzione: un’edizione destinata a donatori, istituti religiosi e famiglie borghesi, concepita come libro d’arte e oggetto liturgico, e non semplicemente come Bibbia illustrata.
Stato di conservazione
Legatura con abrasioni e piccole mancanze al dorso, agli angoli e al bordo inferiore del piatto, che lasciano intravedere le assicelle interne in legno. Interno eccellente: carte perfettamente conservate, tavole pulite e colori freschi.
Rarità e collezionismo
Esemplare di grande rarità nella legatura originale in piena pelle, con le incisioni policrome intatte e le tavole fuori testo complete.
Le edizioni successive, di formato minore, furono ridotte tipograficamente e prive della qualità xilografica di questa prima tiratura.
Bruno da Osimo (1888–1962)
Incisore, xilografo, illustratore e tipografo italiano
Formazione e primi anni
Bruno da Osimo, pseudonimo di Bruno Marsili, nacque ad Osimo (Ancona) nel 1888.
La sua formazione artistica si colloca nella scia della rinascita della xilografia italiana avviata da Adolfo De Carolis, di cui può essere considerato uno degli allievi ideali e più coerenti continuatori.
Negli anni Dieci si avvicinò ai circoli artistici marchigiani e romani legati al simbolismo e al neorinascimento di gusto preraffaellita, maturando un segno grafico lineare e meditativo che si sarebbe evoluto verso una stilizzazione ascetica e rigorosa.
L’attività xilografica e tipografica
A partire dagli anni Venti, Bruno da Osimo divenne uno dei protagonisti dell’incisione su legno in Italia, aderendo alla Società Xilografica Italiana e collaborando con importanti riviste artistiche e letterarie come L’Eroica, Emporium, Il Frontespizio e L’Italia Letteraria.
Il suo linguaggio unisce l’eleganza del tratto de carolisiano alla ricerca di ordine geometrico e spirituale, con forte senso architettonico della composizione. Autore di centinaia di ex libris, vignette editoriali, frontespizi e illustrazioni religiose, Bruno da Osimo contribuì a ridefinire la xilografia non solo come mezzo decorativo, ma come forma d’arte autonoma capace di sintesi e introspezione.
La sua officina grafica milanese, attiva sin dagli anni Trenta, divenne un punto di riferimento per editori d’arte e committenze ecclesiastiche.
Lo stile
Il suo stile è inconfondibile: linee nette e calibrate, simmetrie severe, fondali neutri, gestualità composta e ieratica.
L’artista costruisce figure e simboli attraverso un segno che sembra inciso più nella luce che nel legno, fondendo elementi bizantini, romanici e art déco. Ne deriva un linguaggio che unisce spiritualità e razionalità, in cui la forma diventa veicolo di contemplazione.
La dimensione sacrale è costante: le sue immagini sono concepite come icone moderne, al confine fra decorazione e meditazione visiva.
Le tavole per I Santi Evangeli Illustrati (1932) rappresentano uno dei vertici di questa poetica, in cui la ieraticità dei simboli evangelici (angelo, leone, toro, aquila) si trasfigura in una sintesi grafica perfetta fra liturgia e arte moderna.
Collaborazioni e committenze
Bruno da Osimo lavorò per importanti editori religiosi e d’arte, tra cui:
- Ambrosiana Editoriale di Battista Rossi (Milano) – per cui realizzò I Santi Evangeli Illustrati e altre opere bibliche e liturgiche;
- Società Editrice Internazionale (SEI) e Marietti, con cicli di ex libris e immagini devozionali;
- Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, cui dedicò tavole simboliche come quella con il motto “Curate ne deficiant” visibile nella tua copia;
- Riviste e almanacchi culturali legati al mondo cattolico e al movimento del “ritorno all’ordine”.
Rapporto con Adolfo De Carolis
Il legame ideale con De Carolis è fondamentale: entrambi condividono la visione dell’incisione come arte nobile e morale, capace di esprimere un contenuto etico oltre che estetico. Bruno da Osimo ne prosegue il segno limpido e il senso dell’ornamento architettonico, ma vi aggiunge una semplificazione quasi monastica, spogliando la figura di ogni elemento superfluo. Se De Carolis aveva reso la xilografia monumentale e decorativa, Bruno la riconduce all’essenzialità dell’icona.
Tematiche e poetica
Le sue opere ruotano attorno a tre nuclei:
- La spiritualità cristiana – soggetti evangelici, simboli dei santi, virtù teologali;
- Il mondo del libro e della tipografia – ex libris, iniziali, frontespizi, grafica editoriale;
- La simbologia della luce e del sacrificio – croci, lampade, aquile, fiamme, spesso reinterpretate in chiave moderna.
La sua arte sacra non è devozionale nel senso ottocentesco, ma meditativa: una via italiana alla spiritualità grafica, affine ai maestri mitteleuropei come Holzinger o Melzer.
Fortuna e lascito
Negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale la sua produzione rallentò, ma la sua influenza rimase forte fra gli incisori e gli editori religiosi. Oggi Bruno da Osimo è riconosciuto come uno dei più raffinati interpreti dell’arte xilografica italiana del Novecento, e le sue opere figurano in musei e collezioni specializzate (Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Raccolte Bertarelli di Milano, Museo Civico di Osimo).
Nota conclusiva
La sua opera può essere letta come una liturgia del segno: ogni tratto è preghiera, ogni linea un atto di fede nella bellezza e nell’ordine del creato. Nel panorama artistico italiano del primo Novecento, Bruno da Osimo occupa un posto unico, sospeso tra arte, spiritualità e tipografia, ponte fra l’umanesimo di De Carolis e il rigore modernista del dopoguerra.






















