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Bonaiuto Del Vecchio – Sugli ultimi fatti di Bologna. – Bologna, Tipografia di Giuseppe Tiocchi, 1848

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Racconto patriottico contemporaneo ai moti del 1848, Sugli ultimi fatti di Bologna è una vibrante cronaca civile e politica, in cui la voce del Del Vecchio si leva come quella di un testimone diretto della prima riscossa italiana contro l’Austria.
Un raro esempio di stampa insurrezionale bolognese, intriso di fede e indignazione nazionale.

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Bonaiuto Del Vecchio

Sugli ultimi fatti di Bologna. Racconto di B. Del Vecchio
Bologna, Tipografia di Giuseppe Tiocchi, 1848

Descrizione bibliografica:
Opuscolo in 16° (cm 18,5 x 10,5); pp. 46, (2).
Brossura editoriale originale in carta leggera beige, con titolo racchiuso in elegante cornice tipografica al piatto anteriore; al verso, colophon entro doppia cornice classica con indicazione dell’editore e dell’anno di stampa.
Minimi segni del tempo, margini intonsi, copia genuina e ben conservata, di eccezionale freschezza.

Contenuto e significato storico:
Raro resoconto coevo dedicato ai drammatici eventi accaduti a Bologna durante i moti del 3–8 agosto 1848, quando la città insorse contro l’occupazione austriaca dopo il ritiro delle truppe pontificie.
L’autore, Bonaiuto Del Vecchio, patriota e pubblicista bolognese, descrive con partecipazione e spirito civile la breve ma eroica resistenza dei cittadini contro le forze comandate dal maresciallo Franz von Welden.

Il testo si apre con una pagina dal tono epico, che rievoca il glorioso passato della città (“…quella stessa Città la quale un giorno domò l’ardire dello Svevo Imperatore…”) e ne esalta il coraggio nel “rinnovellare nel 1848 il glorioso esempio de’ suoi avi contro la straniera oltracotanza”.

Segue il racconto dei combattimenti, la trascrizione integrale del Proclama del generale Welden “Agli abitanti delle Legazioni”, e la confutazione punto per punto della retorica austriaca, accusata di ipocrisia e di “propaganda del delitto sotto la maschera della civiltà”.
L’opuscolo termina con la descrizione delle distruzioni di Sermide e l’eco della notizia a Bologna, interpretata come monito e orgoglio per l’Italia oppressa.

Contesto e tono politico:
L’opera è intrisa di fervore patriottico e rappresenta una delle più vivide testimonianze della stampa politica bolognese del 1848, sospesa fra indignazione morale e fede nazionale.
Del Vecchio adotta uno stile diretto, talora pamphlettistico, che alterna la cronaca dei fatti all’invettiva contro l’imperialismo asburgico, restituendo un raro esempio di giornalismo insurrezionale preunitario.

Profilo dell’autore: Bonaiuto Del Vecchio (Bologna, sec. XIX)

Figura appartata ma significativa del giornalismo e della letteratura politica bolognese del primo Risorgimento, Bonaiuto Del Vecchio fu pubblicista, patriota e cronista militante attivo tra gli anni 1846 e 1852.
Appartenente a una famiglia di artigiani colti e di tendenze liberali, si formò negli ambienti progressisti gravitanti attorno alla tipografia Tiocchi, che durante i moti del 1848 divenne uno dei centri di stampa più vivaci della città.

Del Vecchio collaborò probabilmente con fogli patriottici locali come Il Cittadino Bolognese e La Bilancia, dedicandosi alla diffusione di notizie e commenti sulle campagne d’Italia e d’Ungheria.
Il suo Sugli ultimi fatti di Bologna (1848) rappresenta il vertice della sua produzione nota: un testo a metà fra relazione storica e manifesto politico, volto a celebrare la resistenza cittadina dell’agosto 1848 e a denunciare gli abusi delle truppe austriache comandate dal maresciallo Franz von Welden.

La prosa, accesa e ritmicamente scandita, mostra tratti tipici della retorica patriottica del tempo: richiami alla romanità, invocazioni all’onore italiano, alternanza di cronaca e apostrofi civili.
Dopo la repressione dei moti, Del Vecchio dovette probabilmente sospendere l’attività pubblica: di lui non si hanno ulteriori notizie certe oltre la fine degli anni Quaranta.

Il suo nome riappare talvolta in raccolte e inventari bibliografici ottocenteschi (fra cui Masi, Bibliografia Bolognese, 1877), che lo ricordano come “autore di opuscoli patriottici rari e pieni di fuoco civile”.
La sua figura rientra a pieno titolo nella schiera di quei minori del Risorgimento tipografico-politico che, pur restando ai margini della grande storiografia, contribuirono alla formazione di una coscienza nazionale attraverso la stampa di emergenza e il racconto diretto degli eventi.

Tipografia e veste editoriale:
Stampata presso Giuseppe Tiocchi, attivo a Bologna tra il 1846 e il 1850, noto per le sue pubblicazioni patriottiche e per la collaborazione con circoli liberali locali.
La composizione tipografica, con capilettera ornamentali e cornici neoclassiche, riflette il gusto civile del primo Risorgimento bolognese.

Esemplare descritto:
Ottimo stato di conservazione, carta frusciante e margini larghi; brossura originale integra con piccole note manoscritte d’epoca (“1849”, e numerazione bibliografica al margine superiore).

Rarità e rilevanza:
Rarissima prima edizione, oggi difficilmente reperibile sul mercato antiquario; non segnalata nei principali repertori risorgimentali generali (non in ICCU, assente in OCLC). Importante fonte di prima mano per lo studio delle insorgenze cittadine del 1848 e dell’elaborazione patriottica bolognese.

 

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