Cadmo e il Serpente di Ares
Serie: Metamorfosi di Ovidio – Libro III, Tavola 42
Disegnatore: Hendrick Goltzius (1558–1617)
Incisore: Attribuito a Jacob Matham (1571–1631)
Data: Circa 1590
Tecnica: Incisione su rame su carta vergata filigrana visibile
Dimensioni: Foglio: ca cm. 29,5 × 26,5 Impronta lastra ca cm. 17,8 x 25,4
Collezioni: National Gallery of Art, Washington D.C.- British Museum, Londra
Descrizione della scena
La composizione raffigura un celebre episodio mitologico tratto dal Libro III delle Metamorfosi di Ovidio: Cadmo, alla ricerca della sorella Europa, giunge in Beozia e, seguendo l’oracolo di Delfi, fonda una città dove una giovenca si accovaccia. Inviati i suoi compagni a cercare acqua da una fonte sacra a Marte (Ares), questi vengono attaccati da un enorme drago-serpente, che li divora. Nell’immagine, la scena coglie l’attimo dell’aggressione: il mostro si avventa con forza sui compagni di Cadmo, avvolgendo con il corpo un malcapitato, mentre altri tentano di resistere. Il paesaggio, movimentato e fortemente nordico, enfatizza la tensione narrativa.
Il mito di Cadmo e il drago
Cadmo, figlio del re fenicio Agenore, è il mitico fondatore di Tebe. Dopo la scomparsa della sorella Europa, rapita da Zeus, si reca presso l’oracolo di Delfi che gli ordina di seguire una giovenca e fondare una città nel punto in cui si accovaccerà. Quando i suoi compagni vengono uccisi dal drago, Cadmo affronta la bestia, la uccide e, su indicazione della dea Atena, semina i suoi denti nel terreno: da questi nasceranno guerrieri armati, gli Sparti, da cui discenderanno le famiglie nobili di Tebe. Per l’uccisione del drago sacro a Marte, Cadmo sarà costretto a scontare la colpa servendo il dio per otto anni.
Attribuzione e contesto
- Hendrick Goltzius, disegnatore della serie, fu uno dei massimi incisori manieristi del Nord Europa. Celebre per il suo virtuosismo tecnico e per la potenza plastica delle sue figure, reinterpretò Ovidio con uno stile dinamico e drammatico, influenzato dalla statuaria classica e dall’arte italiana.
- Le incisioni, spesso firmate da Jacob Matham, suo genero e collaboratore, sono eseguite con tratto preciso e modulato, valorizzando la narrazione visiva e l’energia compositiva dei disegni di Goltzius.
- L’incisore G. Rijschus, il cui nome compare su questa tavola, potrebbe essere una variante grafica del nome Latinizzato di Matham oppure un incisore meno noto del circolo goltziano, attivo nei Paesi Bassi tra fine Cinquecento e primo Seicento.
Nota iconografica
La composizione si distingue per la raffinata resa naturalistica del paesaggio e l’intensità espressiva dei personaggi. Il serpente è trattato come un ibrido mostruoso, con tratti che ricordano le serpi marine e il drago araldico. Le torsioni dei corpi, il dinamismo della vegetazione, e l’effetto atmosferico sono emblematici della scuola manierista nordica.