Carlo Beolchi, LL.D.
Reminiscenze
Londra, presso P. Rolandi; Boosey e Figli; Bossange, Barthés e Lowell; Dulau e Comp.; Treuttel, Würtz e Comp., 1830.
Descrizione fisica:
In 16° (cm 15,5 x 10); pagine [X], (3), 236. Legatura coeva in tela verde marezzata, dorso con tassello blu e titoli in oro. Nota manoscritta ottocentesca applicata al contropiatto anteriore, con riferimento bibliografico e ipotesi di una seconda edizione italiana (Torino, 1852). Buon esemplare, integro e ben conservato.
Contenuto e contesto:
Questa rara opera memorialistica è da leggersi nel contesto dell’attivismo liberale piemontese durante la Restaurazione. Beolchi — figura minore ma significativa del milieu culturale subalpino — offre un resoconto personale e avvincente delle sue esperienze in Spagna tra il 1822 e il 1823, nel pieno delle sollevazioni costituzionali catalane, durante la guerra civile tra liberali e realisti.
Strutturato in cinque capitoli, il testo narra:
- l’imbarco dell’autore verso la penisola iberica,
- la lunga traversata marittima,
- l’arrivo e la vita nella Barcellona rivoluzionaria,
- la dispersione degli italiani e la peste,
- gli orrori della guerra civile tra absolutistas e costituzionalisti.
Una dedica iniziale è rivolta al conte Carlo Bianco, con parole che evocano legami di militanza risorgimentale. Potrebbe trattarsi del conte Carlo Bianco di Barbania, patriota piemontese legato ai circoli mazziniani e successivamente esule a Londra, come Beolchi. La loro esperienza comune in Spagna suggerisce una rete pre-unitaria di esuli, volontari e patrioti formatasi ben prima del 1848.
Ambienti risorgimentali piemontesi:
Il Piemonte post-napoleonico fu un centro attivo di fermento intellettuale e cospirativo, dove operarono uomini come Santorre di Santarosa, Giuseppe Mazzini (di poco più giovane) e Cesare Balbo. L’esperienza spagnola narrata da Beolchi si inserisce perfettamente in quell’arco di tempo (1821–1830) in cui molti giovani piemontesi — falliti i moti costituzionali del 1821 — cercarono nell’estero terreno di azione e di riflessione politica. In questo quadro, Beolchi rappresenta l’archetipo dell’intellettuale liberale piemontese attratto dagli ideali costituzionali europei, ma con forte radicamento nei valori civili e identitari subalpini.
Pietro Rolandi, editore dell’esilio:
La pubblicazione londinese si deve alla libreria-editrice di Pietro Rolandi, figura chiave nella storia del Risorgimento italiano. Nato a Brescia nel 1795 e trasferitosi a Londra negli anni Trenta, Rolandi rese la sua libreria di Berners Street un punto di riferimento dell’esilio politico, culturale e intellettuale italiano.
Pubblicò, tra gli altri, scritti di Mazzini, Gioberti, Cattaneo, Cesarotti, oltre a testi di divulgazione scientifica, narrativa e memorialistica risorgimentale. Il suo catalogo rappresentava un ponte clandestino tra la diaspora e il territorio italiano, spesso destinato a una circolazione semiclandestina o proibita dallo Stato pontificio e dalle autorità austriache.
L’edizione delle Reminiscenze si inserisce così in una linea editoriale militante, destinata a lettori patriottici, colti e internazionalmente sensibili.
Ricezione e rarità dell’opera:
L’opera di Beolchi, pubblicata in poche copie, ricevette attenzione all’interno di bibliografie risorgimentali e collezioni patriottiche già nel XIX secolo. La nota manoscritta presente nel contropiatto del presente esemplare indica una rara circolazione tra bibliofili e studiosi ottocenteschi, con menzione di una presunta edizione torinese del 1852, forse ampliata (Reminiscenze dell’esilio).
La collocazione londinese e la presenza di più editori sul frontespizio (Rolandi, Boosey, Dulau, ecc.) suggerisce una diffusione in ambito anglo-francese, rivolta a collezionisti e lettori italofoni della diaspora.
Ad oggi l’opera risulta virtualmente assente dal mercato antiquario e scarsamente rappresentata anche nelle collezioni bibliotecarie internazionali, ad eccezione di alcuni fondi specializzati nella memorialistica d’esilio e nella storia del liberalismo italiano.