Gilberto Borromeo
Rovine sull’Isola Madre (Lago Maggiore) – Incisione
Autore: Gilberto Borromeo inc. Stampatore: C. Lovera imp. Tecnica: Acquaforte
Luogo e data: Italia, fine XIX secolo (probabile datazione tra 1880 e 1890)
Dimensioni:
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Foglio: cm 36 × 26,5
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Incisione: cm 26 × 17
Descrizione:
Incisione all’acquaforte di sapore romantico firmata da Gilberto Borromeo, illustre nobile e artista dilettante attivo nel panorama culturale piemontese dell’Ottocento. La scena ritrae un tratto rovinato dell’antica architettura sull’Isola Madre, con una torre a pianta quadrata e un monumentale arco superstite che lascia intravedere il profilo del lago sullo sfondo. La vegetazione avvolge le rovine e il tratto incisorio restituisce con sensibilità il fascino malinconico del tempo che passa.
Stato di conservazione:
Esemplare ben conservato, con margini editoriali e impronta della lastra visibile. Presenza diffusa di fioriture tipiche dell’epoca, ma carta compatta e senza difetti strutturali. Incisione ben inchiostrata e nitida.
Nota iconografica:
L’Isola Madre, la più grande delle Isole Borromee, è oggi celebre per il suo giardino botanico, ma in passato ospitava edifici di servizio, rovine medievali e strutture abbandonate. Questa veduta, di gusto romantico, coglie l’atmosfera silenziosa e immobile delle architetture dimenticate, restituendo una memoria del luogo prima delle grandi trasformazioni paesaggistiche ottocentesche volute dalla famiglia Borromeo.
Gilberto Borromeo Arese (1833–1905) fu un esponente dell’aristocrazia lombarda e figura di spicco della cultura ottocentesca italiana. Discendente diretto della nobile casata dei Borromeo, titolari delle celebri isole sul Lago Maggiore, si distinse come dilettante colto, artista e mecenate. Fu presidente dell’Accademia di Brera dal 1859 e membro onorario di numerose istituzioni artistiche italiane ed europee.
Appassionato di arti grafiche, coltivò l’acquaforte come mezzo espressivo per rappresentare paesaggi, rovine e scorci lacustri, spesso ispirati ai luoghi familiari del Lago Maggiore, in particolare le Isole Borromee. Le sue incisioni riflettono uno spirito romantico e malinconico, influenzato dal gusto per la rovina e dalla ricerca di un paesaggio interiore più che semplicemente naturalistico.
Benché non professionista, il suo tratto è sicuro e meditato, e le sue opere – raramente tirate in molte copie – sono oggi ricercate dai collezionisti per il valore storico, affettivo e documentario che rivestono.